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- Vampiri - Il Risveglio - Gioco di Ruolo dal Vivo -
 
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Nuovo spaventato accolito

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2010 16:47
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Città: MILANO
Età: 47
Sesso: Maschile
05/07/2010 23:00


Oh oscuri Signori della Notte, vi ringrazio dal profondo del mio freddo cuore per avermi accettato nel vostro clan, ma già dubito di essere degno di tanto onore. I fatti che vi narrerò potrebbero rendervelo tristemente evidente.



Ieri era la mia prima notte da vampiro, e già pregustavo il nettare rosso che avrei presto stilato dalla giugulare terrorizzata della mia vittima.
La prescelta era li, a soli 5 metri da me: era la mia vicina ed ex compagna di scuola, una virginea e bionda fanciulla di venti e tre primavere che nella vita passata, quella da umano, non avevo avuto il coraggio di apostrofare neanche con un sorriso.
Ma ora era diverso. Ora ero un immortale. Un predatore. Un vampiro.
Mi ero così approntato alla caccia: pantaloni in fustagno da gardinaggio di mia madre, anfibi anni '70 di mio cugino, camicia a fiorellini per l'effetto versailles, fazzolettone da mocio al collo stile foulard del 1700, e una mantellina nera dello zio prete per conferirmi quel fascino sottile da creatura delle tenebre.
Finalmente, sotto una sinistra luna, uscì in balcone. Ponderai la possibilità di trasformarmi in pipistrello, ma desistettì, per paura di mangiarmi insetti per strada e ritrovarmi il giorno dopo con l'alito pesante.
Scavalcai il balcone, e mi calai in quello attiguo. La porta era socchiusa, e dietro già intravedevo la figura della fanciulla.
Allora diedi un calcio, feci un balzo nel locale, e spalancando le braccia col mantellino nelle mani proferì:
"Trema, o vergine fanciulla!! La tua ora è giunta!!"
Peccato che davanti a me non ci fosse nessuna fanciulla, tantomeno vergine, ma piuttosto un omaccione di 120 kili con cannottiera bisunta, ascella pezzatta e mutande catramose. Subito l'uomo, riconoscendo probabilmente la mia natura vampirica, mi gridò:
"Ah brutto rumeno stupratore pezzzodimmerda! Viè qua che te spacco 'rculo!"
Ero saltato nel balcone sbagliato.
Naturalmente avrei potuto anche uccidere l'uomo con l'uso niente più che del mio mignolo, per poi magari nutrirmene. Ma ho sempre avuto avversione per i cibi grassi.
Così decisi di non perdere tempo col buzzurro e di fare dietro front. E alla svelta.
Saltai fuori, chiusi la porta del balcone per gudagnare tempo, e tornai nella mia magione (il mio monolocale). Il figuro non riuscì più a localizzarmi, di modo che dopo un'ora potei nuovamente tornare all'attacco.
Stavolta scavalcai dal lato giusto, e dopo pochi pericolanti passi sospeso nel vuoto del settimo piano mi ritrovai a qualche centimetro dalla stanza da letto della fanciulla. Già le papille fremevano e i canini si dilatavano, al pregustare il mio primo lauto banchetto a basa di sangue umano. Quando ecco giungere come dei lamenti, dei sussulti o gemiti dimessi. Sbirciai dalla finestra socchiusa, timoroso che qualche altro collega fosse giunto prima di me a sottrarmi il pasto.
Quello che vidi mi riempì di orrore. La giovane doveva essere già stata non solo morsa, ma anche vampirizzata. Ma evidentemente la purezza della fanciulla era tale da essere sopravvissuta anche al suo nuovo stato demoniaco. E ora, disperata, la bella giaceva nel suo letto, desnuda, tentando di sottrarsi alla sua maledizione suicidandosi con un paletto, che ella tentava di inserire con forza nel proprio corpo. Ma tale la sua inesperienza, che invece del cuore essa mirava molto più in basso.
Un sentimento di solidarietà di razza si impossessò di me. E prima che la fanciulla potesse compiere l'insano gesto, d'istinto piombai nella dimora proferendo:
"Ferma fanciulla, in nome di Lucifero nostro signore. Ripensaci!"
La donzella pose per un attimo sosta al suo tentativo di penetrazione suicida del paletto, che invero perseguiva con molta foga e tenacia. Mi guardò per un attimo stupita, poi chiese:
"E tu chi minchia sei?"
"Un vampiro" risposi io con alterigia
"Un vampiro di quelli gay?" volle sapere lei.
Io feci segno di no, pur non avendo compreso bene la domanda (non conosco ancora tutti i clan esistenti).
E lei, la vampira, senza nulla aggiungere mi prese e mi sbattè sul suo giaciglio. Quello che seguì in quella lunga e tormentosa notte non lo ricordo ancor con certezza. So solo che invece di essere io, a suggere fu lei.
Di modo che la mia iniziazione si rivelò perciò un tale ignominioso fiasco.


E ora ditemi, oh potenti creature mie oscure mentori, sono ancora degno della vostra grazia?
[Modificato da (Draculo) 05/07/2010 23:10]
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