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Uno

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2015 10:49
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Sesso: Maschile
22/05/2015 10:47

Uno.
Uno. Uno. Uno. Bah, non ho mai capito tutto questo interesse per i tarocchi. Sono carte bizzose che fanno comunque quello che gli pare: ogni volta si vendono diverse a seconda degli occhi di chi le guarda o delle mani che le stringono, proprio come le puttane. Dovrei chiedere spiegazioni a quel maggiordomo che me l’ha consegnata? No, dev’essere già uscito. Va bene, stiamo al gioco. Diamo un’occhiata.
Il Bagatto, detto anche il Mago, è la prima carta degli Arcani Maggiori. Esso rappresenta il principio attivo, l’inizio del Grande Gioco della creazione, cioè l'essere umano” o vampiro in questo caso “che sulla terra, possedendo la scintilla divina” o una maligna direi “è in grado di fare, di sapere, di giocare. La giovinezza del personaggio …” oh, non adularmi! Va bene, lo ammetto, ne dimostro decisamente meno di quanti ne abbia in realtà. Continuiamo. “… ci suggerisce l'inizio delle cose, il manifestarsi di tutte le possibilità. Tutto è ancora da farsi. L’unità deve scegliere un modo di agire.Fermandosi al primo grado, si finisce per essere una creatura in perenne inizio, incapace di una scelta decisiva, con il rischio di bloccarsi ad un potenziale inesistente invece di raggiungere una realizzazione definitiva, quindi, per raggiungere la realizzazione, il Bagatto deve passare attraverso l’iniziazione: la prova è contenuta nel Secondo Arcano la Papessa. Il Bagatto guarda a destra, dove se si dispongono le carte a cerchio, si trova il Matto: la potenza creatrice del Matto si esplica nel Bagatto. Se Il Matto è rappresentato dal disco vuoto dello zero “il Grande Tutto”, ponendo un punto centrale, che coagula il Tutto nell’Uno, all’interno del disco otteniamo il simbolo del Sole che rappresenta il Bagatto: tutte le possibilità infinite si determinano in un punto finito. Nei Tarocchi di Marsiglia esso è rappresentato come un giocoliere, un prestigiatore, ad indicare che si giunge alla verità attraverso l’illusione”.
Bizzarro. Lo ammetto, sono piacevolmente inquietato. Mi verrebbe da chiedermi se il subconscio malato di quello schizoide, alla fine, avesse davvero capito tutto. No, impossibile. Nemmeno la mia eccezionale mente creativa poteva immaginare che le cose avrebbero preso una piega del genere. Certo, forse mi sono fatto prendere un po’ la mano, ma, la malora, era passato più di un secolo dall’ultima volta che mi ero goduto il mondo, mi meritavo un po’ di distrazione. Tutto sommato è stato bello giocare con loro, nonostante diverse volte mi abbiano fatto veramente incazzare. Fortuna per loro che da un grande potere derivano grandi responsabilità. Però devo riconoscere che mi sono divertito: hanno proprio un bel potenziale, già. Viene da tifare per loro, quasi da sperare che la loro fortuna gli basti per sopravvivere a quello che sta arrivando: riesco già a sentire i tentacoli della loro ombra schifosa che inizia a scivolare lungo questi vicoli. Conviene cambiare aria al più presto prima di ricevere l’estrema unzione: non vorrei essere costretto a radere al suolo questa città per salvarmi la pelle. In fondo, Pisa non mi dispiace – meglio dell’attuale Enoch, senza dubbio Mi chiedo perché tanto interesse per questo sputo sul buco di culo dell’universo. Forse è per quella faccenda? Ancora? In effetti riesco quasi a sentire qualcosa di particolarmente oscuro che cova nel suo ventre, qualcosa di terribile che sta mettendo radici e che presto partorirà un frutto maligno. Ma questa sarà un’altra storia, si.
Il Bagatto. Bah, in fondo è stata tutta colpa di questi maledetti quadri. C’è dietro il tuo zampino, Isaac. Non forse è così? E chi altri, altrimenti? Tu si che eri un figlio di puttana interessante. Bello, ossessionato, arricchito con quel pungente aroma di autolesionismo che faceva tanto impazzire le rose. Mi manchi, sai? Uno pensa di invecchiare e dimenticare certe cose, ma certi rimasugli di umanità ti rimangono sempre fra i denti. Ti do la mia parola, Isaac: troverò il figlio di puttana che ti ha fatto questo e pugnalerò quel suo cuore marcio fino a che non sarà rimasto nulla da gettare nell’abisso più profondo dell’inferno.
Sangue chiama sangue.

[Modificato da - Il Narratore - 22/05/2015 10:49]
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